l Lipogramma: l'arte di scrivere rinunciando alle lettere
- Gerardo Fortino
- 20 mar
- Tempo di lettura: 2 min

Come Georges Perec ha rivoluzionato la letteratura con il lipogramma
La notte in cui Georges Perec perse la "e"

Immagina un uomo seduto al tavolino di un piccolo bar parigino, perso nel fumo acre di sigarette economiche e bicchieri mezzi vuoti di vino scadente. Un uomo chiamato Georges Perec, un tipo che giocava a scacchi con le parole, sfidando se stesso e la lingua come un pugile solitario, combattendo contro una sintassi crudele e spesso vincente.
Perec non era un uomo qualsiasi, era uno scrittore, ma non di quelli normali, da vetrina delle librerie. Lui amava scavare dentro il linguaggio come un minatore nel ventre buio della terra, cercando pepite d’oro nascoste tra lettere e virgole. Aveva intuito presto che la creatività, quella autentica, richiedeva vincoli e sacrifici estremi.
Così, una sera come tante, tra uno sbadiglio e una maledizione sussurrata, Georges decise di sacrificare qualcosa di essenziale. Scelse la lettera "e" – proprio lei, la più usata, amata e abusata del francese (e non solo). Qualcuno avrebbe definito folle il suo gesto, lui invece sorrise, preso dall'ebbrezza di una sfida apparentemente impossibile. Il risultato fu "La scomparsa", un intero romanzo scritto senza la presenza della lettera "e", che da allora è diventato una pietra miliare della letteratura sperimentale.
Scrivere un testo evitando volutamente una lettera, chiamato lipogramma, non è un semplice gioco da intellettuali annoiati. È una ribellione, una forma di protesta silenziosa contro l’abuso, la banalità, l'ovvietà. Ogni frase costruita diventa un esercizio mentale, una sfida continua alla creatività, una danza sul filo sottile del significato. Le parole abituali spariscono come vecchi amici traditori e ne nascono altre, strane e affascinanti, simili a fiori selvatici in mezzo all'asfalto.
Altri autori hanno seguito le sue orme, affascinati dalla difficoltà, sfidando se stessi a creare mondi narrativi senza alcune lettere, trasformando la lingua in un parco giochi perverso e irresistibile. Ma Perec resta il maestro indiscusso di questa folle pratica, un uomo che ha dimostrato al mondo che è possibile creare arte togliendo anziché aggiungendo.
Se stai leggendo queste parole, rifletti: che cosa accadrebbe se decidessi anche tu, per un giorno, per un'ora o solo per una frase, di perdere volontariamente una lettera dal tuo vocabolario? Forse scopriresti un linguaggio più autentico, più vero, sicuramente più duro ma altrettanto più libero.
Forse, proprio come Georges Perec quella notte in quel bar fumoso, scopriresti che l’assenza può diventare la più potente delle presenze.
Opmerkingen